Dolore alla spalla: Cos’è
Il dolore alla spalla è una condizione che riscontriamo molto frequentemente in Ticino e può affliggere persone di ogni età, dal giovane sportivo all’anziano sedentario. A seconda delle strutture che vengono coinvolte il sintomo doloroso può variare da un leggero fastidio a un intenso dolore continuo e lancinante che limita le attività quotidiane lavorative e sociali del paziente.
Dolore alla Spalla: Cause
Tra le cause più comuni di dolore alla spalla troviamo problematiche legate al sistema muscolo-scheletrico, le più frequenti sono:
- Tendinopatia/lesione della cuffia dei rotatori;
- Conflitto subacromiale;
- Tendinopatia/lesione del capo lungo del bicipite;
- Sindrome della spalla congelata;
- Artrosi;
- Instabilità dell’articolazione gleno-omerale.
È importante ricordare che la spalla può riferire dolore viscerale e mascherare quindi patologie che necessitano di cure mediche. Per questo è fortemente consigliato richiedere il parere medico soprattutto in caso di dolore non legato ai movimenti, ingravescente o associato ad altri sintomi.
Lesione Cuffia dei Rotatori: Cause, Sintomi, Diagnosi e Terapia
La cuffia dei rotatori è formata da un gruppo di quattro muscoli e dai loro tendini (sovraspinato, sottoscapolare, piccolo rotondo e sottospinato). Oltre all’importante compito di stabilizzare l’articolazione della spalla mantenendo l’omero ben saldo alla scapola, permette al nostro braccio di muoversi nello spazio con i movimenti di rotazione esterna, interna, abduzione e adduzione.
Infiammazioni, tendinopatie, lesioni o calcificazioni di questa struttura sono molto frequenti e sono dovute ai movimenti ripetuti causati dall’attività lavorativa o sportiva, posture scorrette mantenute nel tempo o dalla degenerazione tendinea dovuta all’età.
In altri casi la problematica alla cuffia dei rotatori è dovuta a traumi diretti sulla spalla si pensi a cadute o anche a sport da contatto come il rugby.
Il dolore che ne risulta è spesso difficilmente localizzabile con precisione,può irradiarsi lungo il braccio e aumenta con i movimenti, specialmente portando l’arto superiore sopra la testa o con le rotazioni (come per esempio allacciarsi il reggiseno). Spesso è presente a riposo e di notte, rendendo impossibile dormire sul fianco del braccio afflitto.
Oltre al dolore, altri sintomi comuni sono la debolezza muscolare e la perdita dell’ampiezza dei movimenti. Come conseguenza è possibile riscontrare difficoltà nelle attività della vita quotidiana come guidare o pettinarsi.
Fumo, diabete e sedentarietà sono tutti fattori predisponenti.
La prevenzione è basata sul mantenimento della mobilità e della forza tramite esercizi eseguiti con costanza, e con il risposo non appena la spalla risulta dolente.
Gli esami strumentali più utilizzati per rilevare una sofferenza della cuffia dei rotatori sono la risonanza magnetica nucleare e l’ecografia.
È importante effettuare controlli specialistici quando il dolore è persistente o se i movimenti del braccio risultano fortemente limitati e dolorosi, attendere un’eventuale risoluzione spontanea potrebbe portare all’aggravarsi della situazione che, se portata all’attenzione di specialisti per tempo, può essere risolta con fisioterapia, terapie fisiche, onde d’urto e antinfiammatori non steroidei. Nei casi più gravi saranno necessarie infiltrazioni con corticosteroidi e solo per una piccola percentuale delle lesioni risulterà necessario l’intervento chirurgico.
Conflitto Subacromiale: Cause, Sintomi, Diagnosi e Terapia
Per conflitto o impingement subacromiale, si intende una riduzione dello spazio tra l’omero e l’acromion (la parte superiore della scapola). Come conseguenza tutte le strutture che si trovano all’interno di questo spazio vengono compresse fino a provocare infiammazione e lesioni, specialmente quando il braccio viene portato in elevazione sopra la testa, movimento che fisiologicamente restringe lo spazio subacromiale.
Le strutture coinvolte sono:
- I tendini della cuffia dei rotatori;
- La borsa sotto-acromiale.
Ogni volta che il braccio viene portato in alto, se lo spazio tra acromion e omero è ridotto, la borsa e i tendini vengono strofinati contro le superfici ossee causando inizialmente uno stato infiammatorio fino ad arrivare allo sfilacciamento tendineo e ad una conclamata borsite sotto-acromiale. Si innesca quindi un circolo vizioso: più le strutture si infiammano più aumentano il loro volume riducendo ulteriormente lo spazio a loro disposizione.
Le cause che portano ad una diminuzione dello spazio sono molteplici, tra le più comuni troviamo:
- Tendinopatia della cuffia dei rotatori;
- Borsite sotto-acromiale;
- Artrosi;
- Traumi;
- Squilibrio della muscolatura scapolare;
- Acromion di tipo III (unicinato).
Il dolore si colloca nella zona anteriore e laterale della spalla e inizialmente sarà legato al movimento di elevazione del braccio, ma con l’avanzare dell’infiammazione si presenterà anche di notte e a riposo. I movimenti risulteranno limitati e a lungo andare sarà evidente atrofia e debolezza muscolare. Spesso il paziente porta inconsapevolmente la spalla in avanti e in elevazione nel tentativo di fuggire dal dolore, creando squilibri posturali che possono a loro volta peggiorare la situazione.
Sono colpiti specialmente uomini e donne che per cause lavorative o sportive sono tenuti a portare il braccio verso l’alto frequentemente. La prevenzione è fondamentale per evitare lesioni severe ed è basata sul riposo muscolare qualora possibile, l’assunzione di posture corrette a casa e al lavoro, l’esecuzione di esercizi che permettano un aumento dello spazio subacromiale e che ripristino un buon equilibrio della muscolatura scapolare.
La diagnosi viene effettuata dallo specialista che, oltre alla storia clinica del paziente e a test specifici riproducibili durante la visita, può basarsi sulla visione di esami strumentali quali Risonanza Magnetica Nucleare, Ecografia, Rx e TAC.
Il trattamento a seconda della gravità potrà essere conservativo o chirurgico. Se l’intervento è precoce si procede con fisioterapia, tramite tecniche manuali ed esercizi specifici che il paziente dovrà riprodurre anche a casa, con il fine di migliorarne la postura, l’equilibrio muscolare, la forza, la propriocezione. Oltre alla fisioterapia possono essere utilizzate le terapie fisiche, gli impacchi di ghiaccio, i farmaci FANS per via orale. Solo nel caso in cui l’infiammazione e le lesioni siano di severa entità si procede con l’infiltrazione di corticosterodi. Nei casi più gravi si esegue un intervento chirurgico per ricreare lo spazio subacromiale perso e a seguito dell’intervento saranno necessarie sedute di fisioterapia per smaltire l’edema accumulato e ripristinare la forza muscolare e la mobilità articolare.
Lesione Capo Lungo Bicipite: Cause, Sintomi, Diagnosi e Terapia
Il tendine del capo lungo del bicipite si trova a livello della faccia anteriore della spalla. Si inserisce sul cercine glenoideo della scapola, passando al di sopra dell’omero all’interno della doccia bicipitale, ovvero una gola ossea formata dalle due sporgenze dell’omero (trochite e trochine).
Un’infiammazione a carico di questa struttura è molto frequente e coinvolge specialmente coloro che svolgono lavori manuali che comportano spostamenti di carichi pesanti o di sollevamento di pesi al di sopra della propria testa. È inoltre comune negli sportivi che praticano attività come il tennis, il nuoto, la pallavolo, il baseball.
La causa scatenante può essere dovuta a:
- Precedente lesione della cuffia dei rotatori;
- Disequilibrio muscolare e posture scorrette;
- Usura del tendine e della guaina che lo avvolge;
- Instabilità gleno-omerale;
- Trauma diretto alla spalla;
- Artrosi.
Il sintomo principale che ne deriva è un intenso dolore a livello della faccia anteriore della spalla che può irradiarsi fino al gomito, nei casi più gravi è presente anche a riposo e di notte con difficoltà a dormire. Altri sintomi manifesti sono la rigidità articolare e la limitazione dei movimenti.
Possiamo distinguere tre diversi gradi di lesione tendine:
- Lesione minore che coinvolge meno della metà del diametro del tendine;
- Lesione severa che coinvolge più della metà del diametro del tendine;
- Lesione totale.
La diagnosi si effettua tramite la visita specialistica, gli appositi test ortopedici e la visione di esami strumentali come la Risonanza Magnetica Nucleare e l’ecografia.
Il trattamento conservativo ha buoni risultati per quanto riguarda le lesioni minori e alcune delle lesioni severe. Si basa sul riposo e l’utilizzo di impacchi di ghiaccio nella fase più acuta, a cui segue fisioterapia con esercizi specifici e tecniche manuali. È inoltre utile l’utilizzo di terapie fisiche e l’assunzione di farmaci FANS per diminuire più velocemente l’infiammazione.
Nel caso in cui il dolore sia particolarmente intenso possono essere utilizzate le infiltrazioni con corticosteroidi.
Il trattamento chirurgico è riservato solo ai casi più gravi. Quando la rottura del tendine è completa è possibile osservare il “segno di Popeye”, ossia la presenza di tumefazione a livello bicipitale e della retrazione del ventre muscolare che diventa particolarmente evidente quando il paziente contrae il muscolo.
Spalla Congelata: Cause, Sintomi, Diagnosi e Terapia
La spalla congelata, o capsulite adesiva, è una condizione caratterizzata da forte rigidità e dolore all’articolazione gleno-omerale. Segni e sintomi iniziano generalmente con gradualità, peggiorano nel tempo per poi risolversi entro 1 o 3 anni dall’esordio.
Lo sviluppo della patologia si può dividere in tre fasi che hanno durata molto varia da paziente a paziente, in alcuni casi durano settimane, in altri casi possono durare per mesi:
- Fase di raffreddamento: qualsiasi movimento della spalla provoca dolore intenso e i movimenti iniziano ad essere limitati.
- Fase di congelamento: il dolore inizia a diminuire, ma la spalla è fortemente rigida, utilizzarla è quasi impossibile.
- Fase di scongelamento: lentamente viene ripristinata l’intera gamma di movimenti della spalla.
La causa che porta la capsula articolare della spalla a ispessirsi fino a impedire qualsiasi movimento risulta tuttora sconosciuta, ci sono diverse ipotesi al vaglio, ma sicuramente tra i fattori di rischio ritroviamo patologie sistemiche come il diabete, ipo-ipertiroidismo, ma anche problematiche neurologiche come il M. Di Parkinson o un precedente Ictus.
Il rischio di sviluppare la capsulite adesiva è molto più alto per le donne e per tutti coloro che hanno subito precedenti traumi, immobilizzazioni forzate o interventi chirurgici alla spalla. È insolito che si ripeta sulla stessa spalla, ma non è raro che si sviluppi anche alla spalla opposta.
La diagnosi viene effettuata dal medico che visita il paziente e per escludere altre patologie può richiedere esami strumentali come l’Rx e la Risonanza Magnetica Nucleare.
Il trattamento si basa su esercizi e tecniche manuali per il mantenimento e successivamente per il recupero della mobilità della spalla. Viene spesso consigliata dal medico l’assunzione di farmaci antinfiammatori per via orale e possono essere effettuate delle infiltrazioni intracapsulari quando il dolore è molto intenso. Nella maggior parte dei casi non è necessario intervenire chirurgicamente in quanto la restituzione di tutte le funzionalità della spalla avviene al finire delle tre fasi, ma in alcuni rari casi può essere utile la chirurgia artroscopica per allentare la capsula e ripristinare parte del movimento perso.
Artrosi Spalla: Cause, Sintomi, Diagnosi e Terapia
L’artrosi è un’alterazione degenerativa dell’articolazione nel suo complesso, comporta lesioni e perdita della cartilagine articolare, con conseguente danneggiamento e rimodellamento osseo.
Il processo artrosico può avere diverse cause scatenanti tra cui:
- Età;
- Pregressi traumi all’articolazione;
- Eccessivo utilizzo dell’articolazione;
- Ereditarietà;
- Malattie autoimmuni;
- Sovrappeso e obesità;
- Malattie endocrino-metaboliche.
Le principali manifestazioni cliniche sono il dolore e la limitazione funzionale. Inizialmente il dolore si presenta quando l’articolazione è sotto sforzo e scompare con il riposo notturno, mentre la mattina è caratterizzata dalla rigidità articolare che dura sempre meno di 30 minuti. Con l’avanzare del processo artrosico il dolore si fa più persistente, si presenta anche a riposo e rende difficile lo svolgimento di molte attività della vita quotidiana, compaiono poi gonfiore e tumefazione fino ad avere vere e proprie deformità ossee. In queste fasi avanzate la mobilizzazione dell’articolazione causa crepitii o scrosci articolari dovuti alla presenza di osteofiti.
La diagnosi si basa sulla valutazione effettuata in sede di visita medica e sull’interpretazione delle indagini radiologiche quali raggi X, RMN e TAC che identificano il livello di gravità e i tessuti coinvolti.
La terapia dipende dalla gravità della situazione:
- Nelle prime fasi è fondamentale mantenere una buona forza, mobilità e fluidità articolare tramite manovre fisioterapiche e esercizi che il paziente può svolgere anche a casa. Può essere inoltre utile l’assunzione di farmaci FANS o l’utilizzo di pomate con funzione analgesica.
- Quando il quadro artrosico diventa severo è consigliabile l’utilizzo di terapia infiltrativa con acido ialuronico, riposo, utilizzo di terapie fisiche e mantenimento della forza muscolare e del range di movimento residuo.
- Nei casi più gravi, quando la terapia conservativa non sortisce l’effetto desiderato, è necessario procedere con l’intervento di artroprotesi.
Instabilità Spalla: Cause, Sintomi, Diagnosi e Terapia
La spalla è una delle articolazioni più mobili del nostro corpo e permette al braccio di muoversi in tutti i piani dello spazio. Durante i movimenti la stabilità dell’omero all’interno della cavità glenoidea è garantita da un buon equilibrio muscolare e dalla forza compressiva data dai legamenti della spalla. In alcuni casi questi legamenti risultano inefficaci, in altri casi è la presenza di gravi squilibri muscolari che crea un’instabilità articolare che nei casi più gravi può sfociare nella lussazione dell’omero (lussazione: perdita dei rapporti articolari completa tra due capi ossei).
La causa principale dell’instabilità di spalla è da ricercare in episodi traumatici diretti alla spalla, che lesionano i legamenti che circondano l’articolazione e causano il distaccamento di porzioni del cercine glenoideo.
Un’altra causa è un’eccessiva lassità capsulo-legamentosa di natura idiopatica.
Negli sportivi è comune l’instabilità microtraumatica, dovuta al continuo ripetersi dello stesso gesto sportivo.
I sintomi dell’instabilità di spalla sono:
- Dolore a livello dell’articolazione;
- Senso di apprensione nei movimenti del braccio, come se la spalla fosse inaffidabile e instabile;
- Impotenza funzionale;
- Parestesie lungo il braccio;
- Perdita di forza.
La diagnosi è basata sullo svolgimento della visita medica specialistica che si avvale di test ortopedici specifici e sulla visione di esami strumentali quali raggi X, RMN e TAC.
È importante intervenire precocemente per evitare il peggioramento dell’instabilità, per questo vengono effettuate sedute fisioterapiche mirate al miglioramento del controllo neuromuscolare, della propriocezione, del timing e della coordinazione dei muscoli stabilizzatori.
Nel caso in cui la terapia conservativa non dia gli effetti desiderati, o in caso di lussazioni recidivanti, è possibile effettuare interventi chirurgici di artroscopia a cui seguiranno sedute di fisioterapia per ripristinare la corretta biomeccanica della spalla.
Dolore alla Spalla: cosa fare?
Le problematiche della spalla sono quindi numerose e possono avere diverse cause scatenanti, è importante ricordare che un inquadramento diagnostico precoce è sempre fondamentale per avviare un piano di trattamento adeguato e prevenire che la patologia peggiori velocemente con l’avanzare dell’età, per questo motivo è consigliato rivolgersi ad uno specialista che possa intervenire risolvendo quanto prima il problema. Presso il nostro studio Reha Medica a Bellinzona e Lugano un’equipe di fisioterapisti e medico fisiatra è in grado di valutare la problematica alla spalla e impostare il miglior percorso riabilitativo, costruito su misura per ogni paziente.