Cos’è
Tecnica Graston: Cos’è
L’uso della tecnica Graston si è diffuso nella pratica fisioterapica ticinese solo negli ultimi anni e si basa sull’utilizzo di specifici strumenti in acciaio inox che, insieme ad esercizi e a tecniche manuali fisioterapiche, permettono la mobilizzazione dei tessuti molli con il fine di migliorare le restrizioni fasciali, ottimizzare il processo di cicatrizzazione e combattere l’infiammazione tissutale cronica.
In questo articolo spiegheremo:
- In cosa consiste la tecnica;
- La risposta al trattamento;
- I tessuti coinvolti e quali benefici apporta la tecnica (in sostanza, lo scopo);
- Le indicazioni;
- Le controindicazioni.
In Cosa Consiste
Tecnica Graston: Cosa prevede
Una tipica seduta di tecnica Graston si compone di quattro fasi:
- Riscaldamento: prima di cominciare è necessario un breve riscaldamento aerobico della zona d’interesse o l’applicazione di terapie fisiche come TECAR, TENS, ecc.
- Valutazione: scorrendo con una leggera pressione uno dei sei strumenti a disposizione si ricerca la zona del tessuto più contratta. Sia il paziente che il fisioterapista sentiranno che in una determinata zona (spesso dolorosa) lo strumento scorre meno agevolmente come se il tessuto fosse più ruvido rispetto alle zone circostanti.
- Svolgimento: una volta individuata la zona da trattare si svolgono delle tecniche che sfruttano la forma dello strumento scelto per ottenere un rilascio mio-fasciale. Le tecniche scelte possono variare per ritmo, pressione, direzione, ampiezza, intensità e durata. Possono essere richiesti al paziente, in contemporanea allo svolgimento delle tecniche, dei movimenti specifici che attivano il muscolo trattato. Il tutto dura circa 60 secondi per ogni singola zona.
- Stretching: terminata la tecnica è necessario che il paziente esegua stretching o rinforzo muscolare a bassa intensità per un paio di minuti.
Dopo il Trattamento
Tecnica Graston: la risposta del paziente
La risposta al trattamento può variare da paziente a paziente a seconda della zona trattata, dell’intensità e della durata del trattamento.
In generale il periodo post-trattamento può essere caratterizzato dalla presenza di leggero dolore o fastidio nella zona trattata, e possono presentarsi petecchie o ematomi che rimangono visibili per pochi giorni. Questa è una condizione del tutto normale e solamente temporanea, una volta risolta sarà evidente il miglioramento funzionale raggiunto.
Se il paziente lo ritiene necessario può utilizzare impacchi di ghiaccio per velocizzare lo smaltimento dell’ematoma post-trattamento.
Scopi
Tecnica Graston: i Benefici
I tessuti su cui agisce la tecnica Graston sono alcuni dei tessuti connettivi che compongono il nostro corpo tra cui:
- La fascia: è uno strato di tessuto fibroso che avvolge tutti i muscoli del nostro corpo ed è divisa in un livello più superficiale e uno più profondo. Può andare incontro a problematiche di restrizione per diversi motivi: lacerazioni o cicatrici, disfunzioni muscolari o articolari (come per esempio l’artrosi), tensioni ripetute o anomale che creano un aumento della produzione di fibre collagene e perdita di elasticità. Le conseguenze delle retrazioni fasciali sono tra le più varie: dolore, perdita di movimento, ostruzione alla circolazione linfatica e sanguigna, atteggiamenti posturali viziati. La tecnica Graston promuove la mobilità fasciale, liberando le zone di restrizione e ripristinando il corretto scorrimento dei tessuti l’uno sull’altro.
- I muscoli: sono organi formati da tessuto connettivo con capacità contrattile. Questo tessuto è facilmente lesionabile (stiramenti, strappi o infiammazioni da sovraccarico sono molto comuni e frequenti), di conseguenza il paziente presenterà dolore e incapacità di movimento. Il trattamento Graston migliora l’apporto di ossigeno e di nutrienti, stimola la circolazione sanguigna e linfatica rimuovendo i prodotti tossici dell’infiammazione e facilitando il processo di guarigione muscolare.
- I tendini: sono strutture fibrose che permettono ai muscoli di legarsi alle ossa. Possono andare incontro a fastidiose infiammazioni (tendinopatie) che causano grande dolore e impotenza funzionale, altre volte invece vanno incontro a degenerazione senza segni infiammatori (tendinosi). I tendini malati presentano discontinuità e disorganizzazione delle fibre collagene, con conseguente perdita di capacità elastica e di tolleranza al carico e nei casi più gravi necessitano l’intervento chirurgico. La tecnica Graston, se effettuata precocemente, può favorire il corretto allineamento delle fibre collagene (specialmente se associata a stretching, esercizi e tecniche manuali), aumentando così la resistenza al carico e la capacità adattativa della struttura tendinea.
- I legamenti: sono fasci di tessuto fibroso molto denso e poco elastico, tengono uniti due capi ossei stabilizzando le articolazioni per evitare i fenomeni di lussazione e distorsione. A causa di stiramenti o sovraccarichi funzionali, possono dare vita a sindromi infiammatorie o a instabilità articolare. Grazie alla tecnica Graston si può ridurre l’infiammazione aumentando l’apporto di sostanze nutritive e smaltendo quelle tossiche, si può inoltre facilitare il corretto allineamento delle fibre collagene migliorando la funzione di stabilizzazione articolare.
- Le cicatrici: sono formazioni fibrose dovute a interruzioni e a lesioni del tessuto connettivo. Possono essere chirurgiche o traumatiche. Spesso sono responsabili della formazione di aderenze (fasci fibrosi che “incollano” tessuti diversi fra loro impedendone il normale scorrimento l’uno sull’altro) e di cheloidi (formazioni fibrose che si estendono oltre le dimensioni della lesione cutanea). Conseguentemente alla formazione di queste lesioni si presentano restrizioni mio-fasciali che causano dolore, difficoltà nel movimento e impongono l’instaurarsi di posture scorrette con ripercussioni anche sul sistema viscerale. Con l’utilizzo della tecnica Graston si ripristina il corretto scorrimento fasciale di un tessuto sull’altro migliorando la mobilità e l’elasticità del tessuto fibroso che forma la cicatrice evitando le complicanze a cui questa può andare incontro.
Indicazioni
Tecnica Graston: Quando Serve?
Le principali indicazioni per la tecnica Graston sono:
- Tendinopatie croniche e acute come le epicondiliti, le infiammazioni della cuffia dei rotatori ecc.;
- Tenosinoviti come il dito a scatto;
- Cicatrici traumatiche e chirurgiche;
- Sindromi fasciali quali la fascite plantare, l’ infiammazione del tratto ileo-tibiale ecc.;
- Problematiche linfatiche di origine documentata;
- Stiramenti legamentosi come distorsioni di caviglia, di ginocchio ecc.;
- Dolore muscolare per stiramenti, presenza di trigger points ecc.;
- Sindromi da intrappolamento come la sindrome del tunnel carpale;
- Fibromialgia.
Controindicazioni
Tecnica Graston: quando è controindicata
Le principali controindicazioni alla tecnica Graston sono:
- Tromboflebiti;
- Fratture non ancora consolidate;
- Tumori o metastasi vicini all’area d’interesse;
- Lesioni della cute e ferite aperte;
- Infezioni;
- Ipertensione non controllabile;
- Osteomielite;
- Ematomi in fase acuta;
- Edemi di origine sconosciuta.
Tecnica Graston in Svizzera
Tecnica Graston: a chi rivolgersi in Svizzera
In Svizzera, lo studio Reha Medica di Bellinzona e Lugano effettua trattamenti con tecnica Graston, praticati esclusivamente da personale qualificato.
Conclusioni e Consigli
Il trattamento Graston è rivolto a tutti i problemi di origine mio-fasciale che creano dolore, restrizione di movimento e alterazioni posturali. Ricordiamo che è normale e non deve destare preoccupazione la presenza di ematomi o di arrossamenti dopo la seduta.
Per ottenere un risultato ottimale e duraturo nel tempo, è consigliabile associare sempre la tecnica Graston ad altri metodi di trattamento, come per esempio l’uso di esercizi specifici, tecniche manuali e accorgimenti posturali.